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Home Studi e Ricerche

La Giustizia lenta che blocca le Imprese

by Sysconet
16/11/2018
in Studi e Ricerche
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La Giustizia lenta che blocca le Imprese
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  1. Una comparazione europea

L’impatto dei sistemi giudiziari nazionali sull’economia è sottolineato in dottrina e dalla ricerca, ivi compreso dal Fondo monetario internazionale, dalla Banca centrale europea, dall’OCSE, dal World Economic Forum e dalla Banca mondiale. L’efficienza, la qualità e l’indipendenza sono i parametri principali di un sistema giudiziario funzionante ed efficace. Per calcolare l’efficienza dei sistemi giudiziari è utile osservare alcuni indicatori come la durata dei procedimenti (tempi di trattazione), il tasso di ricambio e il numero di cause pendenti.

La durata dei procedimenti indica il tempo stimato (in giorni) necessario per definire una causa dinanzi all’autorità giudiziaria, ossia il tempo impiegato da un tribunale per giungere a una decisione di primo grado. Il Grafico 1 fornisce un quadro generale delle tempistiche necessario al raggiungimento del primo grado di giudizio.

In assenza di dati completi su Germania e Regno Unito, ricordando che in quest’ultimo il sistema di giustizia civile e amministrativa è ben diverso da quello degli altri paesi europei ove vigono sistemi di Civil Law, sono stati qui considerati principalmente Francia, Spagna, Paesi Bassi e Rep. Ceca come termine di paragone con l’Italia. L’elaborazione dei dati riprende i risultati di una ricerca condotta a livello comunitario da parte della Commissione Europea nell’ambito del “Quadro di valutazione UE della giustizia 2016”.

 

  1. Il peso della giustizia amministrativa

Prima di scendere nel dettaglio comparativo è opportuna una panoramica sulla situazione italiana.

Nei confronti della giustizia amministrativa di primo grado ci sono centosettantaquattro ricorsi al giorno, più di mille e duecento a settimana, sessantaquattromila all’anno. L’Italia in mano ai Tar, ai Tribunali amministrativi che decidono sulla riforma delle banche popolari, sui commissariamenti, sui percorsi scolastici, sui precari delle università, sui provvedimenti della Banca d’Italia, sulle Agenzie fiscali, su Uber, sulle concessioni pubbliche, sulle delibere della Consob, sull’insegnamento in lingua inglese all’università e, tanto, sugli appalti pubblici.

A queste lentezze, che pregiudicano l’efficienza delle imprese appaltatrici, si aggiungono situazioni già denunciate da questo Centro Studi come quello dei debiti della Pubblica Amministrazione verso le imprese.  Considerato questo scenario andiamo a vedere il raffronto con le altre realtà europee e a trarre le conclusioni.

  1. L’Italia rimane indietro rispetto ai Paesi europei più virtuosi

Emerge infatti un quadro poco confortante per l’Italia, nonostante leggeri progressi rispetto al 2010. È vero che sono ancora assenti i dati relativi al 2017, ma l’andamento storico e le scarse riforme giudiziarie impostate dagli ultimi governi non prefigurano miglioramenti significativi. Dei 5 presi in considerazione, l’Italia è il paese con le performance peggiori in generale per quanto riguarda efficienza nell’esecuzione della giustizia. A differenza della Spagna, che è riuscita a diminuire i giorni per raggiungere il primo grado di giudizio da 435 a 215 circa, nel nostro paese si registra un lievissimo abbassamento da 400 a 390 giorni circa in 5 anni.

Nei confronti dell’Olanda e della Repubblica Ceca, entrambe in peggioramento rispetto al 2010, il gap è incolmabile. Sono sufficienti 40 e 80 giorni, rispettivamente, nei due stati presi in considerazione per arrivare al primo grado di giudizio. Sicuramente è possibile obiettare che il numero totale delle cause è inferiore a quello italiano, visti anche i numeri differenti per quanto riguarda popolazione e imprese. Tuttavia a un minor numero di cittadini e imprese corrisponde anche un minor rapporto fra giudici e cittadini/imprese. Dunque il dato non risente eccessivamente di questa disparità.

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